Secondo la definizione, col termine iperconvergenza ci si riferisce a infrastrutture IT che combinano in un’unica appliance gli elementi dello storage, elaborazione e networking, aggiungendovi un layer di virtualizzazione e l’orchestrazione unificata. Le infrastrutture iperconvergenti si possono tranquillamente definire come l’attuale tappa di un articolato processo di semplificazione, ammodernamento e incremento di agilità all’interno dei data center: dalle infrastrutture legacy, contraddistinte dalla separazione fisica e logica delle singole componenti, si è passati dapprima ai cosiddetti sistemi integrati, poi a quelli convergenti e infine agli iper-convergenti, la cui principale differenza rispetto alla soluzione precedente, già contraddistinta dall’integrazione funzionale e dalla governance centralizzata (una sola console di controllo), consiste nell’utilizzo di tecnologie commodity anziché proprietarie, con un ulteriore – e benefico – effetto sui costi.

L’interesse delle aziende nei confronti delle infrastrutture iperconvergenti cresce a ritmi sostenuti: secondo MarketsAndMarkets, il mercato globale delle soluzioni HCI (Hyper Converged Infrastructures) passerà rapidamente dai 4.1 miliardi di dollari del 2018 ai 17.1 miliardi del 2023, con un CAGR del 32,9% durante il periodo considerato. Piuttosto semplice intuirne i motivi: l’impiego di soluzioni iperconvergenti massimizza l’efficienza dell’infrastruttura e il livello di performance, semplifica il processo d’acquisto, offre scalabilità grazie alla semplice aggiunta o riduzione di moduli, semplificazione gestionale e di deployment delle applicazioni, riduzione degli sprechi di capacità e banda e una tangibile riduzione nei costi di fornitura e di assistenza, poiché tutta l’infrastruttura, integrata in un unico chassis, fa capo ad un solo vendor. Inoltre, la completa virtualizzazione delle risorse fa sì che tali dispositivi manifestino concretamente il concetto di Software-Defined Data Center (SDDC) e che siano il punto di partenza, il basamento stabile su cui realizzare applicazioni di cloud privato e ibrido.

Le caratteristiche delle infrastrutture iperconvergenti

Le caratteristiche tipiche delle infrastrutture iperconvergenti sono:

  • consolidamento delle funzioni di un data center (compute, storage, networking) all’interno di una sola appliance,
  • virtualizzazione completa,
  • management unificato e utilizzo di componenti hardware standard (x86), così da offrire scalabilità, flessibilità ed elevate prestazioni con investimenti che, rispetto a un tempo, possono essere anche estremamente contenuti.

Nella sua configurazione standard, un’infrastruttura iperconvergente è un unico chassis che comprende: hardware x86, switch di rete, dispositivi di storage e il software HCI, ovvero l’hypervisor. In alcuni casi, lo storage è un box esterno o è basato su cloud, ma fa comunque parte del pool di risorse virtuali condivise.

Il mercato propone diverse tipologie di soluzioni iperconvergenti: molti vendor offrono soluzioni complete hardware e software, ma è anche frequente la fornitura del solo comparto software, che poi viene integrato all’interno di architetture di riferimento certificate, tramite reseller o system integrator.

Infrastrutture iperconvergenti: le funzionalità distintive

Stante la matrice comune, ovviamente non tutte le soluzioni HCI sono identiche: cambiano le configurazioni hardware (CPU, RAM e storage, in alcuni casi anche la GPU per accelerazione grafica), ma soprattutto differisce l’architettura software che, di fatto, integra tutte le funzionalità gestionali di un data center. Di seguito, le funzionalità distintive:

  • Gestione integrata: una sola console per tutto – La gestione centralizzata e unificata è una caratteristica portante dei sistemi iperconvergenti. Tutte le risorse, indipendentemente dalla loro ubicazione fisica, vengono gestite da un’unica console, accelerando al massimo ogni attività di configurazione.
  • Automazione avanzata – L’automazione è un elemento fondamentale della SDDC (Software-Defined Data Center) e quindi dell’iperconvergenza. Essendo un unico pool di risorse virtualizzate, il controllo del data center, le configurazioni e il provisioning delle risorse è completamente automatizzato via software.
  • Funzionalità native di Data Management – Le funzionalità di Data Management fanno parte del DNA delle soluzioni iperconvergenti: queste vanno dalla compressione e deduplica dei dati al backup/restore, dalla replica geografica al disaster recovery. Nelle soluzioni iperconvergenti, backup e disaster recovery sono, appunto, funzionalità native.

 

Le cinque soluzioni top

Nutanix
Acropolis OS 5.11 (AOS)
La soluzione Nutanix è un punto di riferimento nel mondo delle infrastrutture iperconvergenti, al punto da occupare il primo posto tra i leader del Magic Quadrant di Gartner (Q1, 2019). Nata come appliance, la soluzione Nutanix è progressivamente evoluta fino a diventare uno stack software completo ed estremamente versatile, in quando in grado di operare su hardware diversi. La flessibilità, che si manifesta appunto nell’impiego di server e hypervisor di vendor differenti, è infatti riconosciuta come un punto di forza della piattaforma, così come la completezza funzionale e anche il costante incremento nel tasso d’adozione, che porta alla creazione di un’ampia community di utenti e di partner.

  • Compatibile con soluzioni di virtualizzazione VMware, Microsoft o Citrix
  • Semplicità One-click
  • Funzionalità di automazione avanzata con Nutanix Prism
  • Sicurezza avanzata: backup e ripristino nativi
  • Soluzioni integrate di continuità aziendale
  • Ampia disponibilità di piattaforme hardware Nutanix, OEM e di terze parti

HPE
SimpliVity
La soluzione HPE SimpliVity è una piattaforma iperconvergente che unisce componenti IT e servizi dati in un’unica soluzione ‘all-flash’ integrata. La soluzione HPE rientra nei leader di questo mercato, nonostante venga offerta solo su hardware della stessa azienda: tra i suoi benefici, la semplicità gestionale, la capacità di gestire con efficienza i dati in realtà multi-sito e funzionalità molto avanzate di deduplica e compressione dei dati, nonché di backup/ripristino e disaster recovery. Alla soluzione HPE vengono inoltre associati benefici quali la semplicità gestionale, la provenienza da un vendor maturo e presente in tutto il mondo nonché la disponibilità della soluzione con costi “a consumo”.

  • Elevate prestazioni delle applicazioni grazie allo storage all-flash e memorizzazione cache in-tier
  • Semplicità ed efficienza operativa: fino al 91% del tempo liberato per altri progetti
  • Backup e ripristino delle VM in pochi secondi
  • Resilienza: il sistema tollera diversi malfunzionamenti senza perdita di dati con 2 soli nodi
  • Disaster Recovery rapido, automatizzato e multi-sito
  • Visualizzazione globale dei data center da 1 sola interfaccia

VMware
ESXi, vSAN, vCenter Server
L’approccio all’iperconvergenza di VMware (vSAN) consta di tre componenti: l’hypervisor ESXi, integrato nella soluzione vSphere, vCenter per la gestione centralizzata e vSAN per la virtualizzazione dello storage. A testimonianza di un ottimo livello di versatilità e diffusione, le soluzioni di VMware possono essere usate con hardware multi-vendor, potendo contare su più di 500 server certificati. Tutti i componenti software per lo sviluppo di infrastrutture iperconvergenti sono racchiusi nella soluzione VMware Cloud Foundation, che semplifica e accelera il deployment e la gestione di cloud ibridi. Inoltre, Gartner sottolinea che la soluzione VCF ‘as-a-service’, ovvero VMware Cloud, sta iniziando a raccogliere importanti consensi. Tra i vantaggi delle soluzioni VMware, le diverse modalità di implementazione e l’ampia gamma di use case già disponibili.

  • Virtualizzazione dello storage di classe enterprise grazie a vSAN
  • Riduzione costi di storage di almeno il 40% rispetto alle architetture tradizionali
  • Elaborazione e storage da una sola piattaforma grazie a vSAN e vSphere
  • Funzionalità di sicurezza avanzate potenziate dal Machine Learning (vSphere)

Dell EMC
VxRail
VxRail, lanciata inizialmente nel 2016, è un’appliance HCI frutto della stretta collaborazione tra Dell EMC e VMware. VxRail, dispositivo concepito ai fini della modernizzazione del data center, si basa su tecnologia server Dell PowerEdge e su software VxRail, comprensivo dell’hypervisor vSphere di VMware e vSAN come software-defined storage solution. In quanto basato sul portafoglio Dell PowerEdge, VxRail è una linea molto versatile in grado di supportare svariati use case, aziende di diverse dimensioni e ogni genere di applicativo. La soluzione offre inoltre complete funzionalità di protezione dei dati, compressione, codifica e deduplica.

  • Basato su tecnologia VMware vSAN e vSphere
  • Appliance altamente configurabili a livello hardware
  • Investimento ridotto: si può partire con soli 3 nodi
  • Semplicità gestionale e operativa
  • Completa integrazione nell’ecosistema VMware


Cisco
HyperFlex
Le infrastrutture iperconvergenti HyperFlex sono basate sulla tecnologia Cisco UCS (Unified Computing System) e offrono alle aziende estrema flessibilità, adattandosi a ogni carico di lavoro e scenario di utilizzo. Le appliance HyperFlex, introdotte per la prima volta nel 2016, integrano componenti rete, gestione cloud, data/storage management software e hypervisor di terze parti. Tra i sicuri punti di forza della soluzione non solo l’estensione globale del brand, che semplifica ogni attività di supporto, ma anche l’integrazione con Intersight, un cloud service che analizza guasti, consiglia best practice e comportamenti proattivi per la gestione.

  • Supporto per diversi hypervisor senza perdita di performance
  • Ottimizzazione dinamica dei dati, con funzionalità di compressione e deduplica
  • Funzionalità integrate di data management per semplificare la gestione day-by-day
  • Ampia disponibilità di modelli a seconda delle esigenze aziendali