Il termine “cloud computing” è nato negli anni ’60, quando gli ingegneri disegnavano diagrammi e rappresentavano Internet come una nuvola.
Quello che si intende oggi per cloud computing è un sistema di servizi che sono gestiti e ospitati su Internet: ciò significa che i requisiti di elaborazione sono in esecuzione nell’hardware di qualcun altro.

Il cloud permette di collegarsi a servizi disponibili online come server, risorse di archiviazione, database, rete, software, analisi evitando ai singoli e alle aziende di dover costruire e gestire infrastrutture informatiche internamente.

Chi controlla e coordina questi servizi sono i cosiddetti provider che gestiscono i server a pagamento, in base al loro utilizzo. La continua crescita di servizi cloud aumenta il tipo scelta e i possibili modi di impiego.

Da qui si può partire per definire tre principali tipi di servizi cloud:

  • CLOUD PUBBLICO
    Con un cloud pubblico, hardware, software e infrastrutture di supporto sono tutti di proprietà del provider di servizi cloud e gestiti da esso. Il cloud pubblico si basa sulla condivisione dell’hardware, delle risorse di archiviazione e dei dispositivi di rete con altre organizzazioni. Puoi accedere e gestire i servizi cloud con il tuo account usando un Web browser. Gli esempi più noti di cloud pubblico sono AWS, GCP e Azure. I vantaggi: nessuna manutenzione, costi ridotti, affidabilità elevata e scalabilità quasi illimitata.
  • CLOUD PRIVATO
    Questo cloud è creato per fornire utilità di calcolo ed è destinato a servire solo un cliente o un’azienda. La ragione per cui si sceglie il privato rispetto al pubblico si basa sul livello di sicurezza e controllo che l’azienda desidera rispetto alle sue risorse informatiche. I vantaggi: sicurezza ottimizzata, scalabilità elevata e maggiore flessibilità.
  • CLOUD IBRIDO
    Un cloud ibrido è una combinazione di un cloud pubblico e privato. 
    Potrebbero esserci applicazioni specifiche di un’azienda che devono essere protette privatamente e altre che non richiedono lo stesso livello di controllo e questo tipo di cloud gestisce entrambe le richieste. I vantaggi: flessibilità, controllo, semplicità e convenienza.


Per comprendere ulteriormente i tipi di cloud è necessario considerare anche come viene utilizzato e non solo dove si trova e chi ha accesso. Tipi di servizi cloud:

  • IaaS (Infrastructure as a Service)
    I fornitori IaaS offrono dalle piccole alle grandi istanze, ottimizzate per la memoria o il calcolo, oltre a quelle personalizzate, per diverse esigenze di carico di lavoro. Se si prevede di acquistare servizi di elaborazione su base pay per use, allora vuoi IaaS. Ciò significa che utilizzerai i server, la rete, lo storage, ecc. nel datacenter di qualcun altro. Si avrà la flessibilità di pagare per ciò che si usa e non ci sono costi di capitale. Si ha anche la possibilità di configurare la modalità di erogazione delle risorse in qualsiasi modo lo si ritenga opportuno, proprio se fossero le proprie. AWS è un esempio di questo tipo di servizio.
  • PaaS (Platform As A service)
    Paas non fornisce solo l’hardware, ma include anche il software e altri servizi necessari per gestire l’intero ciclo di vita della creazione di applicazioni software. Con PaaS, l’hardware e il software sono riconfigurati affinché possano diventare immediatamente produttivi.
    Nel modello PaaS, i fornitori di cloud ospitano strumenti di sviluppo sulle loro infrastrutture. Gli utenti accedono a questi strumenti tramite Internet utilizzando API, portali Web o software gateway. PaaS viene utilizzato per lo sviluppo generale del software. Molti provider PaaS ospitano il software dopo che è stato sviluppato.
  • SaaS (Software As A Service)
    SaaS è un modello di distribuzione che fornisce applicazioni software su Internet, queste applicazioni sono spesso chiamate servizi web. Gli utenti possono accedere alle applicazioni e ai servizi SaaS da qualsiasi luogo utilizzando un computer o un dispositivo mobile dotato di accesso a Internet.


CLOUD COMPUTING TRENDS – 2018

IOT
Oggi una delle ultime tendenze è quella di avere dispositivi di archiviazione, elaborazione, condivisione e interconnessione, attraverso il cloud. Questo sta generando una diffusione enorme del cloud, come evidenziato nelle recenti statistiche sul cloud computing. Secondo Gartner, il numero di dispositivi IoT (Internet of Things) utilizzati al mondo dovrebbe superare i 20 miliardi entro il 2020, significa che ogni persona sul pianeta possiederà più di due dispositivi IoT.

CLOUD STORAGE
La razza umana sta creando dati a un ritmo allarmante e questa tendenza non sta rallentando. L’attuale livello di capacità globale per lo storage nel cloud è di 600 EB (Exabyte). Questo è un quintilione di byte (1018) o un miliardo di gigabyte. Si prevede che tale numero cresca rapidamente fino a 1,1 ZB (Zettabyte) entro la fine dell’anno. Ogni riga di codice, immagine, e-mail, allegato, canzone, video, ecc. finisce nel cloud per la memorizzazione.

CLOUD SECURITY
La sicurezza è una preoccupazione primaria di ogni azienda che considera un passaggio al cloud. C’è una percezione generale della perdita di controllo dei dati e, poiché il 2017 è stato un anno da record per gli attacchi informatici, possiamo aspettarci che questa tendenza continui. I fornitori di soluzioni cloud offrono un’eccellente opportunità per fornire strumenti e servizi che estendono le funzionalità di sicurezza oltre a quelle che le aziende possono fornire da sole.

COMPUTING SENZA SERVER
Nessun hardware, nessun sistema operativo, nessun software da scrivere. La facilità di utilizzo di questi strumenti aiuterà anche a far crescere i numerosi casi d’uso per il cloud computing.