Come prima cosa, occorre comprendere cosa si intende con tecnologia m2m. Come si può intuire, la tecnologia in questione si basa fortemente sulla comunicazione che due macchine possono avere tra loro. Nel dettaglio, tale sistema permette a due macchine di essere in contatto e di scambiarsi dati, informazioni e altro ancora, al fine di migliorare i processi aziendali. In questo modo, le macchine possono aggiornarsi in modo autonomo e avere più efficienza sul lavoro, senza che l’uomo intervenga in modo diretto sulla loro configurazione.
Certo, detto così sembra un concetto tratto da un libro di fantascienza. Per rendere ancora più chiara la definizione di machine to machine si può affermare che tale tecnologia consiste nell’insieme di algoritmi e funzioni che regolano in modo autonomo il funzionamento delle macchine, attraverso la trasmissione di dati essenziali, senza che ci sia l’intervento umano o che quest’ultimo sia presente in percentuale molto bassa. Insomma, la tecnologia machine to machine è l’inizio dell’era delle macchine autonome, naturalmente parlando in un’ottica aziendale.
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Quando è nato il concetto di m2m
È interessante analizzare alcuni cenni storici in merito alla tecnologia machine to machine. Per quanto possa sembrare un sistema moderno e rivoluzionario, il pensiero di macchine che potessero lavorare in modo autonomo è da tempo insito nella mente dell’essere umano. Tuttavia, solo alla fine degli anni ‘60, grazie a Theodore Paraskevakos, si è potuto assistere a un primitivo modello di m2m, con una trasmissione dati basata su network e linee telefoniche.
Quali sono stati i settori d’applicazione della m2m dopo la scoperta di Paraskevakos? Sicuramente questa tecnologia ha ottenuto sin da subito grande successo nel settore automobilistico. Difatti, le macchine in grado di comunicare tra loro sono state subito implementate nella catena di montaggio della costruzione di automobili, lavorando a una velocità incredibile e commettendo davvero pochi errori nell’assemblamento delle varie parti di una vettura.
Tuttavia, anche in questo caso c’erano alcuni grossi limiti che riguardavano la trasmissione dei dati tra i macchinari. La comunicazione tra i diversi tasselli della catena di montaggio era mono-direzionale e non offrire varietà alle macchine. Qualche miglioramento lo si è ottenuto grazie alla tecnologia RFID.
Non a caso, la casa produttrice Nokia, riferendosi alla tecnologia RFID utilizzò per la prima volta nella storia il termine m2m, che stava appunto a indicare quelli che erano i flussi di comunicazione che intercorrevano tra due dispositivi elettronici non senzienti.
Il machine to machine al giorno d’oggi
Il vero salto di qualità quando si parla di machine to machine comunque, c’è stato solo negli ultimi tempi. Difatti, a favorire lo sviluppo di questa tecnologia sono stati alcuni fattori molto importanti. Il primo è la commercializzazione e la produzione di componenti elettronici di piccole dimensioni, che possono essere utilizzati in qualsiasi macchinario senza occupare troppo spazio.
Il secondo fattore è lo sviluppo ormai capillare di un network potente di reti wireless e reti telefoniche, presenti ormai in ogni zona del mondo. Infine, bisogna anche considerare lo sviluppo di telemetria e telematica, con numerosi miglioramenti negli ultimi anni apportati alla tecnologia RFID, al controllo di una determinata rete grazie a specifici sensori e all’importanza del monitoraggio da remoto.
Come funziona la tecnologia m2m
Può essere interessante capire di più in merito al funzionamento della tecnologia machine to machine. In effetti, analizzando il processo dietro a tale sistema si può comprendere come le macchine riescano a dialogare tra loro in modo efficiente, portando a termine il proprio incarico anche se incontrano problemi.
Ebbene, come prima cosa è necessario comprendere che le due macchine del sistema m2m possono dialogare tra loro a qualsiasi distanza. Non è importante la lontananza, visto che i macchinari possono servirsi di sensori che inviano e ricevono i dati in qualsiasi circostanza.
Naturalmente, i dati prima di essere inviati vengono trasmessi a un server principale che regola la rete privata o pubblica alla quale si appoggiano le macchine aziendali. Certo, nella maggior parte dei casi, per comodità e velocità, queste macchine sono collegate via wireless alla rete.
Tuttavia, per ottenere una maggiore protezione o assicurare una comunicazione più efficiente, ci sono aziende che decidono di creare un sistema chiuso per le loro macchine, appoggiandosi a una rete pubblica che contiene al suo interno accessi diversificati.
Oltre ai sensori wireless, un sistema m2m deve avere necessariamente a propria disposizione anche un RFID, un collegamento di comunicazione ma soprattutto un software di calcolo. Quest’ultimo è un elemento essenziale, perché permette ai diversi macchinari di eseguire operazioni complesse e regola gli algoritmi di conseguenza, facendo prendere ai diversi strumenti decisioni intelligenti e pratiche. In questo modo, anche se durante il processo di lavorazione dovessero sorgere dei problemi, le macchine possono aggirarli per portare a termine la produzione e non rallentare il ritmo aziendale.
I 4 pilastri del sistema m2m
Dopo aver dato un’occhiata approfondita al funzionamento della tecnologia machine to machine analizziamo i 4 pilastri che regolano tale sistema. Queste quattro operazioni devono essere necessariamente effettuate dalle macchine intelligenti e sono essenziali per garantire i processi aziendali automatizzati senza aver bisogno dell’intervento umano.
- Il primo pilastro, o passaggio, è quello che concerne la raccolta dei dati. Difatti una macchina implementata all’interno di un sistema machine to machine riesce a estrapolare i dati ricevuti, raccogliendoli e analizzandoli. In poche parole, l’obiettivo di una macchina m2m è quello di creare una sorta di collegamento, un ponte che possa esistere tra intelligenza artificiale e sistema di informazioni ricavati dal processo aziendale.
- A questo punto si passa al secondo pilastro, vale a dire quello che implica la trasmissione dei dati appena raccolti. Non a caso, la comunicazione dei dati tra diverse macchine è forse l’aspetto principale, fondamentale di questo genere di tecnologia rivoluzionaria. Inoltre, bisogna soffermarsi sul fatto che ci sono diverse tipologie di comunicazione disponibili, che naturalmente hanno costi differenti. Bisogna sempre scegliere il sistema di comunicazione che faccia al proprio caso, indipendentemente dal suo costo.
- Si prosegue poi con l’estrapolazione dell’informazione. Questo passaggio può richiedere diverse tempistiche, a seconda di quelle che vengono definite come le capacità computazionali del sistema in generale.
- Infine, come ultimo pilastro e quindi ultimo tassello del funzionamento c’è l’utilizzo dell’informazione inviata. Attraverso questa nuova notizia, le macchine possono adattarsi al problema che si è presentato, trovando una soluzione opportuna ed eliminando l’ostacolo.
Machine to machine: quali sono i fattori di rischio
Come quando si parla di IoT, anche per la tecnologia m2m è bene considerare i fattori di rischio per la sicurezza. D’altronde, la tecnologia si basa fondamentalmente sulla rete wireless, rete che potrebbe essere vittima di attacchi perpetrati da hacker o malintenzionati. A questo proposito, è bene conoscere quelli che possono essere i rischi, ma soprattutto come prevenire eventuali attacchi informatici.
Principalmente, sono tre gli aspetti che possono essere attaccati e corrotti di un sistema machine to machine: l’intrusione all’interno della rete wireless aziendale, l’accesso non autorizzato da parte di utenti estranei e l’hacking completo dei server e dei dispositivi di produzione.
Bisogna pensare che queste non sono cose impossibili, ma possono manifestarsi, con risultati disastrosi.
Come faccio a proteggermi da eventuali attacchi?
Nel 2015 è stato effettuato un test in cui, grazie a un semplice laptop, un esperto utente informatico è riuscito a collegarsi alla rete della m2m, naturalmente con accesso non autorizzato, potendo da remoto controllare le azioni dei macchinari e regolare le loro impostazioni. Insomma, qualche malintenzionato o un hacker assunto dalla concorrenza sleale, potrebbe davvero distruggere la catena di montaggio intelligente.
Per questo motivo è bene conoscere anche i metodi attraverso i quali bisogna proteggersi. Una prima soluzione, molto in voga in generale nell’ultimo periodo, è quella di utilizzare una rete VPN personalizzata.
In questo modo si può nascondere il proprio indirizzo IP ed evitare che vengano identificate falle nella propria rete pubblica o privata. Inoltre, alla rete VPN dovrebbe essere associato un livello di sicurezza molto alta, che possa impedire ad utenti estranei di accedere alla rete.
Oltre alla rete VPN, un’altra soluzione utile ma più complicata può essere quella di utilizzare chiavi di cifratura complesse per proteggere infrastrutture di rete. Naturalmente, questo è un lavoro che deve essere effettuato da esperti del settore, professionisti con una vasta esperienza alle proprie spalle.
Difatti, si deve pensare che in questo modo si garantisce la protezione del processo aziendale automatizzato e si impediscono catastrofi sotto tutti i punti di vista. Dunque, onde evitare problematiche serie, è sempre bene evitare di puntare al risparmio e assicurarsi la migliore assistenza possibile presente sul mercato.
Con l’aiuto di un team di professionisti pronti a creare chiavi di cifratura complesse e differenti per le infrastrutture di rete, allora si potranno dormire sonni tranquilli quando si parla di sicurezza informatica.
Gli standard per quanto riguarda la tecnologia machine to machine
Qualcuno potrebbe chiedersi a questo punto se ci sono degli standard da rispettare quando si implementa la tecnologia machine to machine. Ebbene, la risposta a questa domanda potrebbe essere più complicata del previsto.
Ad esempio, come prima variabile occorre prendere in considerazione la tecnologia di comunicazione implementata nel sistema. Le macchine possono servirsi di svariate connessioni, che spaziano dal classico collegamento wireless e web alle reti mobili come 4G o addirittura il moderno 5G.
Dunque, molto dipende anche dal settore di competenza del sistema machine to machine. A ogni modo, alcuni standard possono esserci quando si parla di Wimax, vale a dire ciò che definisce l’architettura principale del sistema.
Quest’ultimo deve rispettare determinati protocolli che sono IEEE 802.16p vale a dire quello di base, 802.11 per chi utilizza rete WiFi, 802.15.1 per chi si basa su connessioni bluetooth.
In quali ambiti può essere applicata la tecnologia machine to machine
Dopo aver analizzato gli aspetti teorici della tecnologia machine to machine, soffermiamoci sugli ambiti applicativi che un sistema del genere può avere.
Grazie allo sviluppo di questa tecnologia, i settori d’applicazione possono essere diversi. Certo, si può considerare questo sistema come l’ideale per chi vuole avere una catena di montaggio rapida ed efficiente.
Non a caso, come accennato in precedenza, quando si parla di settore automobilistico la tecnologia machine to machine è quasi un must.
Tuttavia, tale tecnologia può essere utilizzata anche per avere sempre sotto controllo i processi aziendali relativi alla catena di montaggio. Qualche esempio al riguardo? Alcune applicazioni attraverso le quali la m2m può dare risultati positivi sono:
- settore alimentare: la catena di montaggio opera in autonomia senza aver bisogno dell’intervento costante dell’uomo. Se ad esempio una macchina si accorge che non ha più risorse a propria disposizione, allora invia un messaggio d’alert richiedendo al più presto una ricarica, così da continuare il proprio lavoro in modo efficiente;
- settore energetico: la gestione dell’energia viene effettuata rispettando gli algoritmi dei diversi macchinari che si regolano di conseguenza a seconda delle diverse situazioni che possono verificarsi. In questo modo, la fornitura d’energia è sempre garantita, costante e tenuta sotto controllo;
- settore contabile: potrà sembrare strano, ma le macchine intelligenti possono servire anche al settore contabile di un’azienda. Implementando infatti quelli che vengono definiti contatori smart, si può effettuare un controllo completo in merito all’approvigionamento del cliente e addirittura arrivare alla fatturazione finale in modo del tutto automatico.
In ogni caso quindi, si può notare come la tecnologia machine to machine assuma un valore fondamentale ogni qualvolta occorre avere una gestione oculata e costante della propria catena di montaggio.
M2M nel tuo business
Analizzando il lavoro svolto dalle macchine nel proprio business, è possibile ottenere anche un resoconto dettagliato in merito a statistiche e produzione.
Analizzando i dati, è possibile comprendere anche dove occorre migliorare e quali sono i processi aziendali che vengono sfruttati in misura minore rispetto alle proprie potenzialità.
Ma quali sono le attività che possono puntare sul m2m per ottenere risultati tangibili? Ne sono diverse. Questa soluzione non si applica alle PMI oppure alle attività che hanno una produzione di contenuti molto bassa.
Solo chi ha un grande flusso di mercato dovrebbe prendere in seria considerazione l’idea di applicare nella propria produzione lavorativa un sistema basato su macchine intelligenti in grado di comunicare tra loro.
Nella fattispecie, aziende che si occupano di produzione di contenuti su larga scala, operatori di rete, industrie del mondo ICT e simili dovrebbero prendere in seria considerazione l’idea di affidarsi al sistema m2m.
In questo modo, le grandi aziende possono anche decidere di utilizzare i macchinari intelligenti in grado di comunicare tra loro anche in altre applicazioni, come ad esempio diagnosi del funzionamento, rilevazione della temperatura e molto altro ancora.
Occorre ricordare che l’area che copre la tecnologia m2m è davvero molto vasta e può essere funzionale in centinaia di modi differenti.
In ultima analisi, la machine to machine già ora è un fenomeno frequente nella vita aziendale e sicuramente nel prossimo futuro continuerà a diffondersi.